-Scusate, sono in ritardo: non riesco a mettere le lenti a contatto!
-Accidenti: ho perso una lente a contatto! Voi intanto continuate con il trasloco, la cerco e arrivo!
-No che non sto piangendo: ho gli occhi rossi per via delle lenti a contatto.
Vi svelo un segreto: sono tutte scuse. Potete credermi, le ho usate per anni. Scuse intercambiabili e adatte a tutte le occasioni, tranne una: se il destinatario delle vostre scuse porta lenti a contatto sa che state mentendo. Le lenti a contatto sono semplicissime da mettere, non si perdono praticamente mai e nella maggioranza assoluta dei casi non danno alcun tipo di problema. Non tutti lo sanno e proprio grazie a questa strampalata serie di leggende metropolitane, che diamo per vere perché le abbiamo viste nei film (come buona parte delle nostre convinzioni sull’amore), noi portatori sanissimi di lenti a contatto abbiamo la strada spianata per una fuga dalla situazioni più scomode.
Le cene di Natale, si sa, iniziano il primo Dicembre. Se non le cene vere e proprie quantomeno la loro organizzazione. Gruppi selvaggi su Whatsapp in cui si cerca per settimane una mitologica data che possa andare bene per tutti i ventisei invitati, eventi su Facebook il cui orario verrà corretto non meno di una dozzina di volte e, naturalmente, i regali. Tu li fai? No, devo farli? Beh, io li faccio. Ah, ok, allora mi sa che dovrò farli anche io. Infine, il “cosa porti”. Tu cosa porti? Io porto il vino (il primo a parlare solitamente si aggiudica il vino). Ah, anche io volevo portare il vino. Perché non fai una torta? Perché lavoro fino alle otto. Porta il vino anche tu, non basta mai. Ecco, questo non è del tutto vero e lo sappiamo bene noi portatori sanissimi di vino, perché la nostra bottiglia resta sempre per ultima e non viene aperta, nonostante la preziosa mezz’ora passata a sceglierla con cura per non sfigurare e non spendere troppo.
Premesso questo, cosa c’è di più bello delle cene di Natale? I colori, le foto ricordo, gli invitati che non ti aspetti e che non vedevi da una vita intera, il vino (quello che hanno portato gli altri), i gatti che prendono a zampate le decorazioni e palleggiano con gli addobbi per tutta la casa.
Certo può capitare che mentre si tergiversa nell’attesa dell’ultimo invitato, che non arriva puntuale dal 1991, la mente corra ai pranzi di Natale di qualche decennio fa, quando la prima cosa che si faceva una volta arrivati a casa della nonna era sollevare di nascosto il piatto per vedere se ci fosse la busta con il nome e le banconote “grandi”. La busta c’era ogni volta, ma ogni volta il ritrovamento era preceduto dal dubbio di essere diventati, quell’anno, troppo grandi e dalla paura di ricevere una sciocca bottiglia come papà, o un profumo al patchouli come la mamma.
Non ricordo il primo Natale senza la mia busta sotto il piatto. Forse perché quando si diventa grandi semplicemente si smette di cercare. E per anni non ci si pensa più, finché un giorno l’atmosfera natalizia riporta tutto al presente e puoi sentire le risate e il profumo dei cappelletti in brodo come non fosse passato che un giorno.
-Che cos’hai? Stai piangendo?
-No che non sto piangendo: ho gli occhi rossi per via delle lenti a contatto.
-Stavamo dicendo che ci sarebbe bisogno di andare a prendere quattro o cinque sedie in cantina.
La scusa delle lenti a contatto te la sei giocata, quindi le sedie ti tocca andarle a prenderle, ma per una volta va bene cosi. Dopotutto è Natale.
Cosa sono le lenti a contatto
Le lenti a contatto sono dispositivi medici oculari costituiti da piccole e sottili lenti trasparenti curve che appoggiano sul film lacrimale che ricopre la superficie esterna dell’occhio. Vengono utilizzate per la correzione della maggior parte dei difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo, etc.) e, nel caso di alcune tipologie di lente, per la correzione della presbiopia. Sono una valida alternativa agli occhiali a seconda dello stile di vita, della motivazione e della salute degli occhi del paziente. Offrono molti vantaggi, non solo da un punto di vista estetico, ma anche pratico nel caso di sport o professioni dove gli occhiali potrebbero risultare un impiccio. Per poter provare a utilizzare le lenti a contatto, innanzitutto, è necessario un esame approfondito dal medico oculista, che dovrà escludere eventuali problematiche degli occhi che potrebbero inibirne l’uso, la successiva prescrizione e poi, non meno importante, la consapevolezza che le lenti a contatto avranno bisogno di cura e attenzione. Insieme all’oculista e all’optometrista, dopo una serie di misurazioni, si potrà decidere il tipo di lente a contatto necessaria, provarla e valutare il periodo di adattamento per raggiungere il comfort ottimale.
Le caratteristiche
Le proprietà principali che caratterizzano le lenti a contatto sono: la permeabilità all’ossigeno, la bagnabilità, la durezza, la resistenza ai depositi, la conducibilità termica, il peso specifico e lo spessore, la biocompatibilità. La permeabilità all’ossigeno, ovvero la capacità di lasciar circolare l’ossigeno, è una caratteristica fondamentale per permettere a chi utilizza le lenti a contatto (soprattutto ad uso continuo) di sfruttarle con il massimo comfort. La bagnabilità, ovvero la capacità di un liquido di ricoprire una superficie solida, è una caratteristica importante per la tolleranza delle lenti a contatto: maggiore è la bagnabilità, maggiore sarà la copertura del film lacrimale e il suo recupero dopo la chiusura dell’occhio. La biocompatibilità è la mancanza di reazioni avverse da parte dell’organismo verso un materiale.
Le tipologie
Esistono diversi tipi di lenti a contatto che si differenziano per durata (dalla comune usa e getta alle lenti a ricambio annuale) e per materiale. In linea di massima si possono evidenziare alcune categorie principali.
Lenti a contatto morbide: sono le più diffuse, costituite da componenti idrofili (silicone, silicone-idrogel e materiali simili) ovvero caratterizzate da alto contenuto di acqua e ottima permeabilità all’ossigeno che le rendono facilmente utilizzabili, adattabili e confortevoli. Per contro si sporcano facilmente e necessitano di una pulizia accurata. In base alla durata le lenti a contatto morbide si suddividono in:
– lenti a contatto giornaliere usa e getta, da usare per una sola giornata e poi da gettare;
– lenti a contatto a ricambio frequente, comode e facili da mantenere, poiché vengono utilizzate ed eliminate al momento della sostituzione (durata settimanale, quindicinale o mensile);
– lenti a contatto a sostituzione programmata che possono durare fino a 12 mesi.
Lenti a contatto rigide: sono costituite da polimeri vetrosi e altri materiali come silicone e fluoropolimeri, materiali permeabili e non. Sono, soprattutto all’inizio, sicuramente meno confortevoli rispetto una lente morbida ma sono più durevoli e resistenti. Questo tipo di lente può essere un’ottima soluzione in caso di astigmatismo, miopia e ipermetropia elevata oppure da utilizzare quando il paziente soffre di allergie o tende a formare depositi proteici nell’occhio. Esistono lenti a base di polimetilmetacrilato (PMMA), caratterizzate da uno scarso passaggio di ossigeno attraverso la cornea, ma adatte alla gestione di casi gravi di Cheratocono, astigmatismo irregolare e di alcune malattie della superficie oculare.
Lenti a contatto rigide gas permeabili (RPG): sono lenti costituite da materiali permeabili all’ossigeno e assicurano maggiore comfort, facilità di utilizzo, resistenza, visione nitida e possono durare, se la prescrizione non cambia, fino a due o tre anni. Riducono il fattore di rischio di infezioni oculari e offrono un’elevata acuità visiva, soprattutto nel caso di pazienti astigmatici. Come per quella rigida, questo tipo di lente non è adatta nel caso di intensa attività fisica.
Esistono varie tipologie di lente, da utilizzare a seconda delle necessità visive e dell’eventuale difetto da correggere.
- Lenti a contatto multifocali: sono lenti a contatto asferiche dove la potenza di visione varia in maniera uniforme dal centro della lente alla periferia. Sono adatte per la correzione della presbiopia combinata a miopia, ipermetropia o astigmatismo.
- Lenti a contatto toriche: sono progettate per correggere l’astigmatismo e sono caratterizzate da una curvatura su due assi tra loro perpendicolari e opposti.
- Lenti a contatto estetiche/colorate: sono lenti usate per evidenziare o cambiare il colore dell’iride dell’occhio a seconda dell’immagine che si vuole assumere. Sono generalmente lenti colorate da utilizzare a scopo cosmetico o, a volte, terapeutico.
Le 10 regole per utilizzare correttamente le lenti a contatto
- Prima di applicare o togliere le lenti a contatto lavarsi sempre accuratamente le mani e asciugarle molto bene.
- Se non si utilizzano lenti a contatto giornaliere, conservarle nei liquidi appositi (non salini): non usare mai acqua corrente per sciacquarle, né per conservarle.
- Non dormire con le lenti a contatto e non fare il bagno (compresi mare e piscina) o la doccia mentre si indossano le lenti (nel caso questo accada sarà necessario toglierle e gettarle).
- Togliere le lenti al primo sintomo di fastidio (ad esempio la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio o un inizio di arrossamento) ed eventualmente sostituirle con un paio di occhiali. Se la sensazione è quella dell’occhio secco bisognerà ricorrere alle lacrime artificiali.
- Se non si utilizzano le lenti a contatto giornaliere, cambiare ogni 3-6 mesi il contenitore delle lenti.
- Non scambiare mai le lenti cosmetiche o graduate con altre persone.
- Non usare mai le lenti a ricambio frequente oltre la loro scadenza (quindicinale, mensile, etc.).
- Utilizzare spesso le lacrime artificiali (senza conservanti), specialmente quando si è esposti al sole, per evitare di far seccare l’occhio col rischio di danneggiare la cornea.
- Non ignorare irritazioni o infezioni oculari che potrebbero essere associate a un impiego scorretto delle lenti a contatto. Effettuare sempre, prima di provare ad utilizzarle, una visita oculistica per farsi poi seguire da ottico e optometrista.
- Non portare continuativamente le lenti a contatto per oltre 6-8 ore.