Tutti abbiamo avuto un momento in cui qualcosa ci ha deviato dalle infinite possibilità che alla nascita ci accolgono, qualcosa che tra il miliardo di strade possibili ne ha lasciata solo una che diventasse la nostra.
Per me, quel qualcosa, è stato il primo paio di occhiali a sei anni.
Vi lascio immaginare (da puffo quattrocchi in poi) cosa mi abbia spinto a toglierli e non volerne più sapere nonostante le numerose minacce di letti senza cene. Nonostante i mal di testa. Nonostante non riuscissi mai a risolvere le equazioni scritte dal professore di algebra alla lavagna.
Il liceo, se ci fosse bisogno di dirlo, si è rivelato una tragedia annunciata. Non riuscendo a veder bene a più di mezzo metro ho chiesto appuntamenti alle ragazze sbagliate e riso per scritte sulle t-shirt che puntualmente male interpretavo.
La lettura si rivelò il miglior antidoto contro gli scivoloni sociali. Leggevo ovunque, a ogni ora, qualsiasi cosa mi capitasse. Da Topolino a Montale, da Tex alla vita di Nietzsche, che interpretai come un segnale luminoso inviatomi dal destino. O un monito, per essere più precisi.
Una miopia ereditaria costrinse un piccolo Nietzsche di sei anni a indossare gli occhiali. Esattamente come il sottoscritto. Esattamente come fu per il sottoscritto il difetto del futuro filosofo lo escluse da ogni sport di squadra e la nota cattiveria dei bambini fece il resto. La gente divenne per lui una grande fatica, decise che non sarebbe stata anche un mistero. Si può dire, forse, che senza la miopia non ci sarebbe stato nessun Nietzsche. Che se fosse riuscito a guardare meglio il mondo di fuori, non si sarebbe mai concentrato sul mondo di dentro.
A me, almeno dal punto di vista sociale, è andata decisamente meglio. Per il fatto di essere nato un secolo dopo, certo, ma anche perché nonostante la mia testardaggine infantile è arrivato il giorno della maturità. Intesa come esame, non nel senso più simbolico del termine. La disperazione che si è formata nel mio stomaco durante la prova di matematica ha dato uno spintone al mio inconscio e mi ha costretto a un gesto che non facevo da anni: inforcare gli occhiali che mia madre insisteva che portassi con me sempre e nonostante tutto.
Avevo vissuto tutta la vita in un acquario e in quel momento, dopo secoli interi, avevo tirato fuori la testa e il mondo era bellissimo. Persino la matematica, che comunque, confermo, non sarà mai il mio mestiere.
In un istante non solo ho potuto verificare che la ragazza del primo banco era effettivamente così bella come mi sembrava di intuire, ma i geroglifici del primo della classe seduto davanti a me non erano più incomprensibili. Potevo vederli. E con vederli intendo copiarli, ma questo non vorrei dirlo troppo in giro, considerando che la maggior parte delle persone che mi capita di incontrare oggi si rivolge a me chiamandomi Professore.
“Ma lo sai che stai benissimo con gli occhiali?”
Non credo che la ragazza del primo banco mi avesse mai rivolto la parola prima di allora. Da non credere che sia finita con la folle decisione di sposarmi. Ma questa è un’altra storia.
Mi sono mangiato l’Università come fosse il pasto di un ex detenuto che per la prima volta può ordinare al fast food. Alla lavagna vedevo persino le mosche che ci si posavano sopra.
Forse è vero che l’occhio è fatto per guardare lontano, mentre il nostro mondo lo costringe a guardare vicino. Saperlo, capirlo, correggerlo ti può cambiare radicalmente la vita. Tuttavia ogni tanto, ma non più così spesso, capita ancora che mi chieda: che ne sarebbe stato di un Nietzsche senza miopia?
E che ne sarebbe stato di me se quel giorno non avessi avuto bisogno di indossare gli occhiali?
Forse, in fondo a una di quelle strade possibili, non avremmo letto nemmeno un libro, ma saremmo stati due grandissimi giocatori di volano.
Cos’è la miopia
Miopia in greco significa “socchiudere gli occhi”: se non si vede bene da lontano, strizzando gli occhi l’immagine diventerà più nitida, poiché le palpebre, come un diaframma naturale, aumentano la profondità di fuoco dell’occhio.
La miopia è, quindi, un difetto visivo, un’anomalia di rifrazione dell’occhio che in genere è caratterizzata dalla difficoltà del soggetto nella visione da lontano. In un occhio miope le immagini degli oggetti posti a distanza non si formano sulla retina, ma davanti a essa: la visione degli oggetti, per questo, risulta sbiadita e sfuocata.
La distanza fra il punto in cui l’immagine dovrebbe formarsi e quello in cui effettivamente si forma è proporzionale all’entità della miopia: gli oggetti lontani appariranno tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l’entità del difetto.Da cosa è dovuta
La miopia può essere congenita o acquisita. Quella congenita è legata a fattori di ereditarietà e si manifesta in età prescolare. La miopia è dovuta, in genere, a una lunghezza eccessiva del bulbo oculare e, a volte, a un’alterata curvatura delle superfici rifrattive dell’occhio (cornea o cristallino). La miopia acquisita, invece, può manifestarsi anche dopo lo sviluppo o in età adulta e dipende da diversi fattori: fisiologici, ambientali, posturali, sforzi eccessivi e lavori che richiedono applicazioni prolungate della vista a distanza ravvicinata. Recenti studi hanno evidenziato come uno stile di vita sano possa tardare o rallentare la miopia, in particolare viene consigliato ai bambini e agli adolescenti di trascorrere ogni giorno del tempo all’aria aperta.
Come la riconosciamo
Se si ha difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti lontani, mentre a distanza ravvicinata la visione risulta nitida (nei casi di miopia elevata la visione non sarà perfetta nemmeno per gli oggetti vicini), si è probabilmente in presenza di questo disturbo visivo: è sempre consigliata una visita ottica per accertarne la presenza, l’entità e per stabilire la correzione necessaria e le giuste lenti da applicare. La miopia si misura in diottrie: si parla di miopia lieve quando il difetto è inferiore a 3-4 diottrie, di miopia media o medio-forte sino a 8-9 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori. La miopia si evolve seguendo lo sviluppo fisico del soggetto, per questo è necessario effettuare controlli periodici, sia di tipo ottico-optometrico per verificare l’adeguatezza del mezzo ottico in uso, sia di tipo medico-oculistico per verificare lo stato di salute degli occhi.
Come può essere corretta
La miopia può essere corretta:
– con occhiali con lenti negative divergenti che spostano il fuoco sulla retina,
– con lenti a contatto (morbide, rigide, etc.),
– con la chirurgia refrattiva (laser).